Che cosa strana è il mondo 27 – Giocare a carte scoperte

LA VITA È LUNGA, ED È CORTA 

La vita è bella. Le accade di essere crudele. Ma, alla fine, è bella. E, in qualunque modo sia, per un motivo o per un altro, per una specie di miracolo, ci siamo attaccati.

È piena di sole, di colline in primavera, di platani lungo le strade, di incontri, di lettere d’amore, di partenze per le isole, per Napoli, per Ravello, per Luxor e Assuan, per Oaxaca, per Cipango, di grandi speranze e di progetti un po’ folli, di caso e di miracoli, di pazienza e di bellezza. Si fonda una famiglia, si scrivono capolavori. Si finisce quasi per essere felici.

E, così lunga, spesso interminabile, improvvisamente è corta. E finita. Se ne va.

TRA DUE NIENTE

È abbastanza possibile che non ci sia niente dopo la morte e che essa metta un punto finale alle speranze degli uomini. «Apritevi, porte della notte! – grida Montherlant – Si aprono. E dietro non c’è niente”. Quelli che non credono in Dio e che pensano che l’universo non abbia bisogno di un potere esterno per nascere e per sussistere non hanno alcuna ragione e nemmeno alcun desiderio di contare su alcunché dopo la fine della vita. Nasciamo attraverso meccanismi che ci sono ben noti, entriamo nel tempo, moriamo, ne usciamo: una palata di terra, un mucchio di cenere, forse la schiuma di un’onda, e tutto è compiuto.

Dove eravamo prima di nascere? Da nessuna parte. Dove saremo una volta morti? Da nessuna parte. Veniamo dal niente, ci ritorniamo, è molto semplice. Eravamo assenza e niente, saremo assenza e niente. Deliziosa e crudele, la vita è una parentesi che non ha nessun altro significato oltre se stessa. L’universo non rinvia a nient’altro. La vita nemmeno.

Eppure c’è qualcosa che si chiama il mondo. Scomparirà completamente come scompariremo noi. Eppure c’è qualcosa che si chiama la storia. Ha la sua logica propria, ma non ha senso. Quando gli uomini saranno scomparsi come scompaiono tutte le cose, non ci sarà nessuno per ricordarsi di loro. Il mondo è bello. La storia esiste. Questa bellezza e questa esistenza escono dal niente per ritornare nel niente. C’è un grande sogno che è il mondo. E in questo grande sogno, un altro sogno che è la vita. E in questo sogno, ancora un sogno che è la nostra esistenza. E tutti questi sogni non hanno senso, e sono assurdi.

IL CUORE DEL PROBLEMA

Dopo tanti giri e rigiri, attraverso Socrate e Alcibiade, attraverso Spinoza, Chateaubriand, attraverso l’evidenza e attraverso lo stupore, dopo tante incertezze e contraddizioni, eccoci al cuore del problema.

Il cuore del problema è sapere – o piuttosto immaginare -, fare testa o croce, decidere quasi alla cieca – se ogni vita è assurda o se il mondo ha un senso.

CARTE SCOPERTE

Giochiamo a carte scoperte: non posso credere che, regolato con tanto rigore, così evidentemente fatto per durare, trascinato da un tempo di una sottigliezza e di una complicazione estrema e che è il mistero stesso, l’universo non abbia senso.

Lentamente o improvvisamente, in un’ultima catastrofe, gli uomini scompariranno come sono apparsi: nessuno può cullarsi nell’illusione che ci saranno per sempre. Liquidato l’ultimo uomo, non posso credere che tutto accadrà come se gli uomini non fossero mai esistiti.

Non posso nemmeno credere che la vita di ognuno di noi non sia altro che una tragicomica farsa.