Che cosa strana è il mondo – Che luce sia! 13

Charles Darwin

IL FILO DEL LABIRINTO

Darwin era un uomo piacevole e modesto: «Data la mediocrità delle mie capacità, è veramente sorprendente che io abbia così considerevolmente influenzato l’opinione degli scienziati». Era rimasto sconvolto dalla sua scoperta e si era allontanato lentamente, gradualmente, quasi controvoglia, dalla fede della sua infanzia. Qualche anno dopo essersi sposato, molto prima della pubblicazione della sua grande opera, confida a un amico che è «quasi completamente convinto che le specie non sono immutabili». E aggiunge: «è come confessare un delitto». Per tutta la vita, ha conservato una lettera della moglie Emma in cui, dopo avergli parlato del «pericolo di abbandonare la rivelazione», lei gli scriveva: «sarei estremamente infelice se pensassi che non apparteniamo l’uno all’altro per l’eternità». Su questa lettera, aveva scarabocchiato di proprio pugno queste parole febbrili e un po’ aspre: «quando sarò morto, sappi che molto spesso ho pianto e ho baciato questa lettera».

Ciò che dà alla sua teoria dell’evoluzione delle specie la sua intensità drammatica è meno l’origine comune, la parentela stretta tra gli esseri umani e il regno animale, la selezione naturale, la lotta per la sopravvivenza, ispirata da Malthus – struggle for life – che l’eliminazione radicale di ogni progetto d’insieme, di ogni volontà esterna, di ogni intenzione divina e di ogni finalità. La creazione del mondo da parte di Dio era tutta la storia determinata dall’inizio sotto forma di progetto e attratta da un fine stabilito in anticipo. La teoria di Darwin sostituisce a questa odissea divina, a questa teodicea, una discendenza con modificazioni infime, aleatorie e ripetute in cui sopravvivono i più adatti e i meglio adattabili. La creazione si trasforma in emergenza e può essere finalmente pensata senza Creatore.

Darwin aveva all’inizio pensato che «l’essere umano – il meraviglioso essere umano» potesse costituire un’eccezione nel meccanismo dell’ evoluzione. «Non sono un ateo – scriveva – ho semplicemente liberato il Creatore da ogni responsabilità in questa lunga avventura, meravigliosa e tragica, terrificante, assurda e crudele, che ci ha dato la nascita». Ma l’evidenza s’impone: no, l’uomo «non è un’ eccezione». Deve essere «sottoposto alla stessa legge». Dodici anni dopo Dell’origine delle specie che rimane prudente e quasi muto su questo argomento, La Genealogia dell’uomo elimina ogni ambiguità e applica alI’essere umano le leggi dell’ evoluzione. Simile a tutte le altre specie, l’uomo non ha bisogno di Dio.

IL SOGNO DEL VECCHIO

«Ieri mi sono addormentato nell’ erba e mi sono svegliato con un coro di uccelli che cantavano intorno a me, con degli scoiattoli che si arrampicavano sugli alberi, con un picchio che rideva, ed era una scena incantevole, e non mi preoccupavo minimamente dell’origine di questi uccelli e di questi animali». Chi ha scritto queste righe? È Darwin. Lo stesso Darwin parla da qualche parte della «infinità di forme tra le più belle e più meravigliose». E aggiunge che qui sta «la questione più interessante, la vera anima della storia naturale».

Il mondo non è un caos. C’è un ordine nell’universo. E c’è una bellezza nell’ universo. Da dove viene l’ordine? Da dove viene la bellezza? Nessuno toglierà dalla testa di molti esseri umani l’idea che il mondo è un progetto in opera e che nonostante tanto male e tante sofferenze mantiene un senso nascosto.

La scienza di oggi distrugge l’ignoranza di ieri e sembrerà ignoranza di fronte alla scienza di domani. Nel cuore degli uomini c’è uno slancio verso qualcos’altro rispetto a un sapere che non basterà mai a spiegare un mondo la cui chiave segreta è altrove.