Che cosa strana è il mondo 21 – – Dio e gli uomini

DIO E GLI UOMINI

Ciò che gli uomini non capiscono lo mettono sul conto delle potenze alle quali danno il nome di Dio. Una parte immensa della nostra storia è legata a questo esercizio. Si direbbe che una delle attività principali dell’umanità è quella di inventare le religioni. Secondo la Genesi, Dio ha creato l’uomo a sua immagine. Gli uomini si sono presi la rivincita: hanno creato degli dei a loro immagine. I nomi degli dei rispondono – spesso abbastanza male – alle loro paure e alle loro ambizioni. Si servono di un mondo che non conoscono per esercitare il loro potere su questo mondo che conoscono.

L’idea di un Dio onnipotente cui potrebbero essere attribuite la creazione dell’universo e la sua conservazione sorge abbastanza tardi nella storia degli uomini. A lungo hanno accordato a delle forze magiche, poi a dei miti, e infine a delle genealogie improbabili e interminabili di dei e di dee dal volto animale o umano i poteri sconosciuti di cui erano giocattoli. Poco a poco, degli dei più potenti, più abili o più fortunati l’hanno avuta vinta sugli altri: Brahma, Vishnu, Siva, Isis, Osiris, Arnon-Rà e Aton, Apollo, Dioniso, Atena, Marte, Venere e Giunone, Poseidone o Nettuno, Efesto o Vulcano, soprattutto Zeus e Giove, che sono i re degli dei, o ancora Ahura-Mazda o Mithra, del tutto dimenticati oggi e che hanno conosciuto la loro ora di gloria.

Il Dio unico appare con Abramo, che è forse esistito qualche migliaio di anni fa, più o meno nell’ epoca della diffusione della scrittura, sempre dalle parti di quel Tigri e di quell’Eufrate da cui arriva ogni civiltà. Nelle sue versioni ebrea, cristiana, molto più tardi – tra Clodoveo e Carlomagno da noi – musulmana, il Dio unico conquista una gran parte del mondo. Ciò che hanno in comune Gerusalemme e Bisanzio, Bagdad e Roma, Costantino e Gregorio Magno, Teodorico e Teodora, Sant’Agostino e Maometto, Carlomagno, Harun al-Rashìd, Dante, Maometto II, Michelangelo, Carlo V, Shakespeare, Cromwell, Cartesio, Luigi XIV, Racine, Akbar, Newton, Robespierre, Washington, Pétain e De Gaulle, è Dio.

L’idea che gli uomini si fanno di Dio ha fatto scorrere molto sangue. Dio è un grande procacciatore di guerre e di delitti d’ogni sorta. Più ancora della sete di potere o della passione del denaro con cui gli accade di confondersi. Gli uomini trovano in Dio, o nell’idea che si fanno di lui, una verità assoluta che deve essere usata e diffusa col ferro e col fuoco. Le crociate, l’Inquisizione, la jihad, la conquista dell’America, lo sfruttamento dell’Africa e degli africani, la politica d’espansione della Sublime Porta turca, la conquista dell’India da parte dei Moghul rnusulmani non sono ricordi di pace. L’intolleranza e la crudeltà vi si mescolano con il gusto dell’ avventura, la potenza e la grandezza. Dio, il più delle volte, va a braccetto con la cultura, con la bellezza, con il denaro e con la violenza.

DIO FATTO UOMO

Il colpo di genio del cristianesimo, ciò che lo distingue da ogni altra religione, è l’Incarnazione. Dio si fa uomo, il Figlio dell’Uomo è Dio e, in un certo modo, l’uomo diventa Dio. Attraverso tutti gli scismi e tutte le eresie, da Ario a Nestorio e ai monofisiti, la Chiesa non ha mai smesso di tenersi stretta a questo punto essenziale: il Cristo è Dio ed è uomo. Dio non può essere conosciuto, ma Gesù può essere amato. L’impossibile sapere è cambiato in amore.

Ciò che Dio vuole, non lo sappiamo. Ciò che il Cristo ci dice, è che si deve amare Dio e gli uomini. Qualunque siano le opinioni riguardo a una istituzione umana che è durata fin da ora più di tutte le altre, è inevitabile riconoscere la grandezza e l’intelligenza del cristianesimo: lascia Dio dov’è, cioè altrove, e trasferisce all’uomo il potere di regnare sul mondo, di cambiario e di attendere la fine dei tempi.

La dottrina della Chiesa è stata elaborata nel corso dei concili successivi. È il frutto di discussioni e di dibattiti tra grandi menti e molti interessi particolari. Un celebre concilio tenutosi a Efeso è stato a lungo chiamato il «brigantaggio di Efeso». Si racconta che Lutero, di passaggio a Roma, spaventato dalle discussioni di persone che dicevano tutto quel che pensavano e dall’atmosfera che vi regnava, avesse gridato che doveva esserci una parte di divina verità in quella religione corrotta per non essere già crollata sotto il peso dei suoi errori.

Come tutto in questo mondo, compresa forse la natura, come l’ebraismo, come l’islam, come il buddismo, il cristianesimo e la Chiesa cattolica sono una costruzione umana. E questa costruzione umana si fa forte di un Dio che, attraverso lo Spirito Santo, ispirerebbe i concili e i papi e sarebbe presente in ogni essere umano attraverso l’eucarestia. Quel Dio a cui Gesù si rivolge nei suoi ultimi istanti: «Eli, Eli, lama sabachtani? Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?», che sappiamo di lui?

Non un granché in verità.