Che cosa strana è il mondo 1 Jean d’Ormesson

 

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IL SOGNO DEL VECCHIO

Non c’era niente.

Nessuna risata, nessun pianto, nessun albero, nessuna nuvola. Nessuna luce. Nessuna risposta e nessuna domanda. L’eternità. Il vuoto. L’infinito.

 

 

IL FILO DEL LABIRINTO

 

E noi che abbiamo la fortuna di essere nati e di non essere già morti, cosa facciamo su questa Terra?

Cose grandi, cose belle. Scoperte, conquiste, invenzioni, capolavori. E piccole cose mediocri, insignificanti, spesso sconsolanti, a volte disonorevoli.

Ho dormito molto. Ho perso molto tempo. Ho commesso un bel po’ di errori. Quel che c’era di meno inutile sotto il sole, era di amarci gli uni con gli altri.

Siamo andati avanti di progresso in progresso. Questi progressi hanno sempre cambiato tutto del nostro modo di sentire, di pensare e di vivere. Non hanno mai cambiato niente nella nostra condizione umana: nascere, soffrire e morire.

Abbiamo fatto quasi tutto ciò che eravamo capaci di fare – e, alla fine dei conti, quasi niente.

 

IL SOGNO DEL VECCHIO

Non c’era né spazio né tempo. C’era qualcos’ altro. Non c’era niente. E il niente era tutto.

 

IL FILO DEL LABIRINTO

La vita è molto allegra. È breve, ma lunga. Accade che sia incantevole. Detestiamo lasciarla. È una valle di lacrime – e una valle di rose. In hac lacrimarum valle. In hac valle rosarum.

Ho riso molto. Il mondo mi diverte. Mi piacciono le parole, l’ironia, lo sci a primavera, il coraggio, i pendii coperti di olivi e di pini che scendono verso il mare, l’ammirazione, l’insolenza, i bistrot sulle isole, le contraddizioni dell’ esistenza, lavorare e non fare niente, la velocità e la speranza, i film di Lubitsch e di Cukor, Cary Grant, Gene Tierney, Sigourney Weaver e Keira Knightley. Ho avuto fortuna. Sono nato. Non mi lamento. Morirò, naturalmente. Aspettando, vivo.

Gli imbecilli abbondano, i rompiscatole esagerano e succede a dei poveracci, a una manciata di egoisti – chiamo egoisti quelli che non pensano a me – di infilarsi tra di loro. Ma parecchie persone mi sono piaciute molto. Ne ho amata qualcuna e, anche quando non mi amavano, o non mi amavano abbastanza secondo me, era piuttosto delizioso. Non ho pianto sulla vita. Ero contento di esserci.

 

Il.SOGNO DEL VECCHIO

Non c’era niente. Ma il tutto era già nel niente.    E il tempo e la storia erano nascosti sotto l’eterno

Jean d’Ormesson – Che cosa strana è il mondo – Edizioni Clichy 2015