Che cosa strana il mondo 4 . Il filo del labirinto

IL FILO DEL LABIRINTO

Nella valle del Fiume Giallo, nella valle dell’Indo, tra il Tigri e l’Eufrate, a Ur, a Uruk, a Mari, a Ebla, a Akkad, a Lagash, nel paese di Sumer, nella valle del Nilo, in Egitto, in Anatolia, a Catal Hòyuk, o a Gerico – perché lì invece che altrove? Perché la Provvidenza dei Padri della Chiesa e di Bossuet, la ragione dei Lumi, lo spirito assoluto di Hegel, la dialettica materialista dei marxisti, la storia in una parola è assolutamente obbligata a incarnarsi nello spazio come si incarna successivamente nel tempo – sorgono gli inizi ancora balbettanti dell’ agricoltura e della città. Appaiono i re. I loro nomi arrivano fino a noi. Si chiamano Sargon d’Akkad, Hammurabi, Sennachérib, Assurbanipal, che conosciamo con il nome di Sardanapalo, Cheope, Chefren, Mykerynos, Pepi, Thoutmes, Amenofis, Ramsete. Si confondono con gli dei che si fanno posto tra gli spiriti e i miti nel pensiero degli uomini. Si sposano tra loro. Accumulano eredità. Lasciano ai loro figli troni e ricchezze. Per celebrare i loro successi, per contare le vacche e le capre, per tenere il registro delle mietiture, un’invenzione del genio trasforma la parola che si perde nei venti e in una traccia sulla pietra, sull’argilla, sui papiri: la scrittura.

La scrittura è recente: circa cinquemila anni prima di noi. Dopo il Big Bang, la vita, il pensiero, il fuoco, o altri sconvolgimenti che potrei dimenticare, segna il sesto o l’ennesimo inizio della nostra lunga storia. L’ultima tappa è molto breve. Cosa sono cinquemila anni di fronte a due o trecento mila anni di uomini, di alcuni milioni o decine di milioni di anni di primati o di vertebrati, di tre miliardi e mezzo di anni di vita, di cinque miliardi di anni del nostro sistema solare, di tredici miliardi settecento milioni di anni dell’universo prima di noi? Meno senza dubbio della vita o del pensiero, ma con brutalità e potenza, la scrittura cambia il corso delle cose, accelera il ritmo dei cambiamenti rimasti a lungo cosÌ lenti, dona alle menti offuscate una prospettiva quasi sconfinata, fonda la Storia che racconta e conserva, ci trasmette i sogni, le paure, le speranze delle civiltà scomparse.

IL SOGNO DEL VECCHIO

Smettete di correre. Fermatevi un attimo. Prendetevi due minuti per riflettere un pò e rispondere a una domanda tra le tante. Credete che la vita, il pensiero, il linguagglo, la scnttua siano stati necessari dal!’eternità? O pensate, al contrano, che la vita, il pensiero, il linguaggio, la scrittura avrebbero potuto non apparire .e non esistere mai?