Il primato della relazione

CONOSCENZA DI SE’ E PSICOTERAPIA

Il primato della relazione

“Il racconto del viaggio si apre, non a caso, con la rievocazione dell’arrivo di Caillé, nel 1962, in Norvegia. Lui, giovane psichiatra francese, iniziava allora a lavorare in un paese con una cultura molto diversa da quella di origine. Questa condizione personale insolita, rispetto ai colleghi norvegesi, gli ha permesso di mostrare alle famiglie come le differenze interne fossero risorse potenziali per il cambiamento. Gli ha, inoltre, permesso di approfondire il significato simbolico della cultura di appartenenza, dalle credenze ai rituali che la caratterizzano, come processo autopoietico in evoluzione, così come avviene nell’esperienza terapeutica quando ci si trova a modellizzare una realtà multipla in continuo movimento.

Il terapeuta sa che, quando incontra una coppia o una famiglia che chiede aiuto, non è in grado di osservare oggettivamente la realtà, ma può cogliere e descrivere la relazione nella quale è coinvolto.

Piuttosto che dare nomi alle parti della relazione, egli può contestualizzare il rapporto che si sta strutturando guidato dal proprio assoluto cognitivo e connettersi ai modelli cognitivi degli altri soggetti coinvolti in quella relazione. In ogni relazione vi sono due o più modelli cognitivi connessi fra di loro. Sulla scena della psicoterapia, avviene l’incontro fra individui ognuno guidato dal proprio modello cognitivo: il terapeuta e chi gli chiede aiuto ( individuo o famiglia). Ognuno dei quali co-costruisce la relazione con l’altro in maniera attiva, partendo dalla propria natura e dalle proprie qualità, contribuendo a determinarne le peculiarità di questo incontro che sollecita la ricerca di soluzioni opportune e originali, in quanto processo di autoguarigione. Per questo non vi sono soluzione standard, ma occorre trovare caso per caso quella più idonea e originale, lasciandosi guidare dalla creatività che è frutto dell’accoppiamento strutturale fra il terapeuta e chi gli chiede aiuto.”

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Noi siamo figli delle relazioni vissute, soprattutto di quelle familiari. Relazioni complesse, intrecciate in una trama invisibile, relazioni funzionali, relazioni conflittuali, relazioni patologiche che formano un modello cognitivo, l’apparato mentale con cui ognuno di noi si rapporta con il mondo relazionale esterno. E ognuno ha il suo modello cognitivo, perchè ognuno di noi è unico. Per questa unicità in terapia non ci sono ricette uguali per tutti, né il terapeuta ha un bagaglio di ricette.

Da qui il bisogno di conoscersi, di sapere chi sono, e chi sono gli altri con cui sono in relazione, attivando le proprie risorse interne del saper vedere la reciprocità relazionale. In fondo l’altro con cui sono in relazione mi fa da specchio in cui mi vedo e come lui mi vede.

Con fatica e con pudore, inseguendo un desiderio nascosto, lancio la proposta di aprire la “bottega” per iniziare un viaggio per chi ha il desiderio di conoscersi un po’ di più in un piccolo gruppo, utilizzando come materiale di lavoro la ricchezza di temi, argomenti, emozioni, sentimenti, dolori che più di frequente emergono e ricorrono nella relazione psicoterapeutica. Ma anche utilizzando materiale che ogni partecipante vorrà portare e condividere con gli altri.”

Conoscenza di sè che si può fare anche con un piccolo gruppo che inizierà quando si costituirà

Informazioni: telefonando al n. 391 4757 459 per costi, date e giorni

Il piccolo gruppo sarà composto al massimo di 6 persone, coppie o singoli.

Sede: Studio di Psicologia e Psicoterapia Via Lugnolano Sinistro 66/A Rovereto

Contatto: studiogbasile42@gmail.com