“Non c’è arte se non c’è esperienza”

 

Anni fa, entrando in un’antica farmacia di Rovereto, mi ha colpito questa scritta in alto sullo scaffale delle medicine, ora non più esistente perché colpevolmente rimossa e giacente in qualche cantina.

Mi ha attirato subito l’attenzione, vedendo in essa una grande verità. Vorrei sceglierla come logo del gruppo: “Per varios usus artem experientia fecit“, frase tratta da un libro, Astronimica, di un filosofo latino Manilio, “Non c’è arte se non c’è esperienza”.

L’arte è conoscenza per gli antichi, un saper fare nelle varie attività dell’essere umano. Anche nella conoscenza di sé, che è un sapere che ha bisogno, per essere ampliata, di fare esperienza. L’esperienza del pensare su se stessi, una metacognizione per dirla con un termine della psicologia cognitiva. Richiede un tempo del silenzio e della pausa, del distanziamento dalla corsa frenetica, anche se motivata, a cui ci siamo abituati. E altri occhi per vedere.

Mi sono chiesto perchè mai non ho notato o non mi ha colpito, quella frase in quella farmacia, dove da anni, da quando sono a Rovereto, vado. La mia risposta: la verità ha bisogno di occhi allenati per essere vista e di un tempo propizio. Solo in quel giorno e in quel tempo, il tempo propizio, mi sono accorto di quella verità, che da tempo ha cominciato ad apparirmi: Che la psicoterapia è “arte”, non solo scienza, e scienza dell’individuale, ma anche un modo tutto personale di lavorare con uno “stile” non riproducibile.

Questo è il senso della mia iniziativa e della proposta del lavoro in un piccolo gruppo: un fermarsi per conoscersi.

Io, lo ripeto, ho conosciuto meglio me stesso conoscendo gli altri che avevo in cura. E’ anche per questo che sul frontone del tempio di Apollo a Delfi, dove gli antichi greci si recavano per trovare risposte ai loro problemi, era scolpito in grande e come ammonimento: “Conosci te stesso”, che, tradotto, vuol dire che le risposte che cerchiamo son dentro di noi, se riusciamo a conoscerci. E serve a poco che ci vengano propinate dagli specialisti di turno

Dico questo perchè qualcuno mi chiede se questa esperienza ha un fine terapeutico nel senso stretto del termine. Dovrei dire che non è questa la mia intenzione, anche se di riflesso, lo potrebbe essere, se per terapeutico si intende acquisire capacità di cambiamento.

Non ci sono istruzioni per l’uso da dispensare, come adesso sono molto di moda, ma un luogo per imparare a costruirsi le istruzioni per l’uso personale.