Quell’unica nota di Enrico Toso

Quell’unica nota

Enrico Toso

Quell’unica nota

“Resta!” mi hai detto
mentre fuggivo sulla scala armonica
inseguito dal tuo urlo straziante le corde
un do maggiore
che rincorreva il semitono minore
per stritolarlo con l’impeto del petto
Io non so restare su questo piano
non sono forte abbastanza
per sostenere la percussione sulle corde della mia anima
La scuotono tra luce e ombra
un acuto lacerante e un grave risonante
tra stretti sentieri e larghe mura
Sono un viaggiatore lento nell’intercedere tra intervalli lontani
un continuo divenire pianissimo di sogni e di immagini
Non ho fretta di andare e di venire
confondo gli accenti e segno gli accadimenti
su un calendario senza santi
solo segni in una lingua perduta
un aquilone legato al filo del destino
nel vento che cambia direzione
sulla tastiera dell’universo
che suona ancora quell’unica nota

Enrico

 

Commenti

Giuseppe Basile

Anch’io mi sento un viaggiatore lento, lo sono sempre stato.

Ora più che mai, ora che i miei intervalli non sono lontani.

Non ho fretta di andare e di venire con l’assillo di un tempo passato.

“Né più mi occorrono/le coincidenze, le prenotazioni,/le trappole, gli scorni di chi crede/che la realtà sia quella che si vede”.

Anch’io confondo gli accenti, le parole, i nomi, i volti e segno gli accadimenti in più calendari per sentirmi ancora capace.

Con la coscienza di essere un aquilone legato al filo del destino nel vento che cambia direzione in modo imprevedibile, che ti trasporta dove non vuoi e non sai, ma con la saggezza di fare il meglio dovunque ti posi.

La tastiera dell’universo suona da sempre la stessa unica nota incomprensibile.

Perché viviamo e dove andiamo? E’ la nota stonata che stride continuamente. Ci otturiamo le orecchie per non sentirla. Inutilmente.

Non basta fuggire e far finta di non sentire con l’illusione che tutto sia un gioco.