Psicoterapia di coppia

In questo periodo storico, la famiglia risulta sempre più valorizzare, ma anche distinguere, l’intreccio di due relazioni, ossia la relazione di coppia e quella tra genitori e figli. La patologia di coppia, da molti anni al centro del lavoro dei terapeuti sistemici, oggi non viene più trattata solo nei suoi aspetti comunicativi coscienti, ma anche in funzione di quella che è stata chiamata: «proposta inconscia di relazione (Norsa, Zavettini, 1997). Il superamento dell’idea che è sufficiente aiutare la coppia solo sul piano pragmatico ha restituito importanza nel lavoro psicoterapeutico al singolo. All’interno di questa ottica, nel lavoro con la coppia, le storie di ciascun partner nella famiglia di origine e la sua peculiarità d’individuo assumono valenze di vincoli che hanno influenzato lo scegliere l’altro e contribuito a determinare gli sviluppi della storia di coppia.

Nella fase dell’innamoramento ognuno propone, infatti, inconsapevolmente, un’immagine ideale di sé che attrarrà il partner – illusione – nella misura in cui questa corrisponde alla soluzione di antichi bisogni profondi.

Il rischio è quello che si imponga l’immagine di un partner immaginario a scapito di quello reale.

Su questo presupposto di fondo uno dei cardini segreti che costituiscono il primo contratto, è una relativa intoccabilità dell’immagine di sé strutturatasi nella famiglia d’origine e che viene riproposta nella relazione con l’altro.

In quest’ottica le regole osservabili non sono che l’espressione esplicita di questo vincolo e le custodi di questo patto segreto, anche se va aggiunto che la coppia, in quanto sistema aperto, è anche caratterizzata dalla costante necessità di adeguarsi ai cambiamenti degli individui che la compongono e degli altri sistemi cui è connessa.

In ogni caso in una coppia sana sarà possibile «sopportare» l’idea che l’accordo iniziale sia disatteso e sia rinegoziato e, a tale proposito gli autori sostengono che questo processo avviene su due livelli: quello del mutamento delle regole e quello della rivisitazione dei bisogni profondi che hanno determinato le ragioni «vere» della relazione. In altri termini potrà essere rimpostato un «secondo contratto» all’insegna di un assetto più articolato dei temi dell’individuazione- differenziazione in cui possa essere elaborata la disillusione.

Per altre coppie, quelle che non riescono ad avviare questo processo mutativo, vi sarà una gamma di adattamenti – di rigidità – determinati da un appiattimento su una serie di rivendicazioni rispetto ai «fatti» e da poca o molto bassa consapevolezza lungo le dimensioni dell’elusione o dell’illusione a seconda dei casi.

 

Giulio Cesare Zavattini, Presentazione in La Psicoterapia con la coppia di Togliatti, Angrisani, Barone – Felrtinelli