La malattia di Alzheimer – Eugenio Borgna

La malattia di Alzheimer

Eugenio Borgna

 Non tutte le persone anziane soffrono della malattia di Alzheimer, ma ora vorrei fare qualche considerazione sui modi, con cui le dovremmo accogliere, se ne incontriamo qualcuna, a casa o fuori di casa, al di fuori di assistenza e di cure. Come agire, e cosa dire, quando veniamo in contatto con una persona che sia malata, o sembri essere malata, di Alzheimer?

[…] Ci sono alcune cose che dovremmo ricordarci di fare quando la vita ci porta anche solo per un attimo dinanzi ad una persona malata: guardarla negli occhi con tenerezza, tenerla vicina, darle la mano, sorriderle, sondare, lo vorrei ripetere, non la memoria cronologica, la memoria dei fatti, dei nomi e dei numeri, che angoscia e lacera il cuore, ma la memoria vissuta, la memoria involontaria, la memoria emozionale, dalla quale rinascono i ricordi, le schegge dei ricordi, che hanno dato un senso alla vita, alla propria vita e a quella degli altri, non spegnendo ancora una volta la speranza.

[…] Cosa dire ad una persona che si tema, o si sappia, malata di Alzheimer, e cosa dire ai suoi familiari? Come dire parole che non si possono insegnare, e si possono solo sentire in noi, nella nostra immaginazione e nella nostra interiorità? Vorrei dire che non possa non essere salvaguardato il diritto di non sapere, e il diritto di non dire sempre la verità, quella che può essere la verità apparente. Non dimenticando mai che è difficile dire la verità senza mentire, e ancora dire la verità al malato significa non di rado farlo naufragare nell’ angoscia e nella disperazione. Non è facile, e forse è impossibile, valutare la soglia di sopportazione della conoscenza della verità, e del dolore, che è in noi.

[…] Il problema, e anzi il mistero, della comunicazione è sempre questo: quali parole dire ad una persona lambita dai venti gelidi della malattia di Alzheimer? Come ritrovare in noi parole bianche, parole leggere, parole che nascano dal silenzio e dal cuore, parole che non spengano la speranza, parole fragili come cristalli di Murano, che siano temerarie e luminose, alte e arcane?

[…] . Se in noi ci sono idee che ci inducano a guardare alla vecchiaia come ad una età inutile e senza senso, non potremmo mai essere di aiuto nell’ ascolto e nella assistenza a persone che non siano solo anziane, ma malate di Alzheimer.

2 Risposte a “La malattia di Alzheimer – Eugenio Borgna”

  1. Eulalia Cilento
    Eulalia Cilento Le parole di quest’ uomo conoscono il linguaggio dell’ anima, le vie, i codici per accedere nei suoi anfratti più profondi. Di fronte a tanta precisione essa si riconosce, si sente riconosciuta, legittimata ad essere tutto ciò che è di volta in volta: addolorata, piangente, inconsolabile, triste, gioiosa, fragile, forte, santa, dannata, ambigua, contraddittoria, in una parola vera, e naturalmente si dischiude, respira profondamente e vive….

    Giuseppe Basile
    E per arrivare a tanto ci vuole amore, passione, condivisione, solidarietà, fratellanza: “Chi è mio fratello?”, umanità, rispetto. dono. E non solo mestiere!
    Grazie

    Eulalia Cilento
    Eulalia Cilento Sì, e chi ci arriva indipendentemente dal ruolo che occupa impara a vedere, sentire, percepire, trasmettere in maniera completamente diversa da quella alla quale siamo stati formati e ciò è fonte di soddisfazione, gioia, perché si scopre che la vita è tanto altro, ma anche fonte di grande dolore perché la consapevolezza che il mondo va in un’ altra direzione allontanandosi sempre più dall’ uomo e dall’ umano è in certi momenti davvero doloroso e frustrante….a me capita, ma poi proseguo il mio cammino ripartendo proprio da questa ferita.
    Grazie

    Giuseppe Basile
    Giuseppe Basile “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.”
    Questa è la verità!

  2. Eulalia Cilento
    Eulalia Cilento Le parole di quest’ uomo conoscono il linguaggio dell’ anima, le vie, i codici per accedere nei suoi anfratti più profondi. Di fronte a tanta precisione essa si riconosce, si sente riconosciuta, legittimata ad essere tutto ciò che è di volta in volta: addolorata, piangente, inconsolabile, triste, gioiosa, fragile, forte, santa, dannata, ambigua, contraddittoria, in una parola vera, e naturalmente si dischiude, respira profondamente e vive….

    Giuseppe Basile
    E per arrivare a tanto ci vuole amore, passione, condivisione, solidarietà, fratellanza: “Chi è mio fratello?”, umanità, rispetto. dono. E non solo mestiere!
    Grazie

    Eulalia Cilento
    Eulalia Cilento Sì, e chi ci arriva indipendentemente dal ruolo che occupa impara a vedere, sentire, percepire, trasmettere in maniera completamente diversa da quella alla quale siamo stati formati e ciò è fonte di soddisfazione, gioia, perché si scopre che la vita è tanto altro, ma anche fonte di grande dolore perché la consapevolezza che il mondo va in un’ altra direzione allontanandosi sempre più dall’ uomo e dall’ umano è in certi momenti davvero doloroso e frustrante….a me capita, ma poi proseguo il mio cammino ripartendo proprio da questa ferita.
    Grazie

    Giuseppe Basile
    Giuseppe BasileAutore “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.”
    Questa è la verità!

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