Ma che amore è quello che si adegua a ciò che lo circonda e lo imbriglia nella rete delle convenzioni? – Enrico Toso

Ma che amore è quello che si adegua a ciò che lo circonda

e lo imbriglia nella rete delle convenzioni?

Enrico Toso

Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica.
Infatti, se l’uno cade,
l’altro rialza il suo compagno;
ma guai a chi è solo e cade senz’avere un altro che lo rialzi!
Ecclesiaste 4,9-12

“Va bene, va bene, ho capito, le cose stanno così. Ero convinto che ci amassimo. Ma che amore è quello che si adegua a ciò che lo circonda e lo imbriglia nella rete delle convenzioni? Un amore così porta l’abito grigio delle giornate che si susseguono sempre uguali, come quelle di un pendolare, che dal treno vede continuamente lo stesso paesaggio e incontra le medesime facce, assonnate la mattina, stanche alla sera. Non fa domande, non chiede risposte, attende all’esistenza tra punti fermi, che chiudono paragrafi che si ripetono inesorabilmente nella stessa forma. L’amore, invece, scombina, destruttura, rimescola, scompone e ricompone. Ininterrottamente sublima, condensa, consuma. Alla sua fiamma ci siamo scaldati, ristorati, abbiamo fuso i nostri corpi, in un’unica candela, posta ai piedi della statua di Eros. L’aria si riempiva di profumi ed essenze, mentre vibravano di luce propria le forme, carne pulsante del desiderio.”

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commento

La risposta sembrerebbe ovvia. Non è amore, non c’è amore.

Ma la risposta non è così ovvia agli occhi di chi scava cercando il perché “dell’adeguamento a ciò che lo circonda, a ciò che lo imbriglia nella rete delle convenzioni?”, alla monotonia, alla ripetitività e forse alla delusione e all’assenza dell’amore.

E perché si sta assieme nonostante tutto, se non c’è amore?

Veramente una volta era la norma stare insieme tutta la vita, anche senza amarsi, ma perché obbligati. L’amore non si misura dal tempo in cui si sta insieme, ma dal come si sta insieme e dal perché. Oggi si sta insieme addirittura senza amore, ma per necessità: chi per prestare cura ai figli piccoli, se ci sono, chi perché non ha autonomia economica, chi perché comunque nello stare assieme trova un qualche altro vantaggio.

Ma poi cos’è amore? E perché sparisce? E perché nonostante la promessa sacra c’è l’abbandono? Tutte domande dalle mille risposte.

Ma per me la risposta più significativa, apparentemente ovvia, è perché l’amore di coppia è una relazione vitale, un amore che aiuta a viver meglio due compagni di viaggio. L’amore come tutte le relazioni interpersonali è anche una storia, storia che ha un inizio luminoso, folgorante (innamoramento), ma che poi nel tempo si affievolisce tanto da non riconoscersi di essere più quelli di prima. “Sei cambiato/a”, ci si accusa a vicenda, “non sei più quello/a di prima”. E questa scoperta, che sembra l’eccezione del fallimento della relazione di coppia, è invece la norma. Perché il cambiamento relazionale è una conseguenza necessaria del naturale cambiamento individuale e presuppone un cambio di passo nell’andare avanti. Ognuno di noi nel tempo cambia nel suo modo di essere, di pensare, di sentire emozioni e nella sua psicologia. E vede anche il cambiamento dell’altro con cui è in relazione.

La percezione della diversità sia individuale, sia relazionale viene interpretata dalla coppia come conseguenza di un affievolimento dell’amore, visto sempre più debole e sempre più ripetitivo Si confonde cioè la causa (cambiamento) con l’effetto (mancanza d’amore).

Allora bisognerebbe capire ed esplorare la natura del cambiamento che è segnale o di un malessere o di un desiderio nuovo, o di un nuovo modo di stare assieme, o richiesta sottesa di un cambiamento dell’altro. E’ un passaggio obbligato nella storia di una relazione di coppia e per evitare la deriva bisognerebbe in prima istanza attivare la comunicazione verbale e non verbale e nuove regole di relazione prestando attenzione specialmente alle regole di comunicazione non verbali.  Perchè una relazione senza regole non esiste e non resiste.

Partendo dalla domanda esplicita: “Chi sono ora io per te” e “Chi sei ora tu per me”